Esteri

FORZE SPECIALI ITALIANE IN LIBIA. NEL DOCUMENTO DEL COFS LE DIRETTIVE AI CORPI D’ELITE AUTORIZZATI DIRETTAMENTE DA RENZI

(di Andrea Purgatori per l’Huffington Post) – Il governo italiano ammette per la prima volta ufficialmente che commando delle forze speciali siano stati dislocati nei teatri di guerra in Iraq, ma soprattutto in Libia.

La notizia è contenuta in un documento appena trasmesso al Comitato di controllo sui servizi segreti (Copasir), e classificato “segreto”. Nel documento, redatto dal Cofs (Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali), si specifica che si tratta di operazioni effettuate in applicazione della normativa approvata lo scorso novembre dal Parlamento, che consente al Presidente del Consiglio di autorizzare missioni all’estero di militari dei nostri corpi d’elite ponendoli sotto la catena di comando dei servizi segreti con tutte le garanzie connesse. Immunità compresa.

Dunque, è bene chiarire subito che in Libia tecnicamente non siamo ancora in guerra. Primo, perché i commando del 9° Reggimento “Col Moschin” del Gruppo Operativo Incursori del Comsubin, del 17° Stormo Incursori dell’Aeronautica Militare e del Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri (e le forze di supporto aereo e navale) non rispondono alla catena di comando della coalizione dei trenta e più paesi che appoggia il governo del premier Fayez al-Sarraj, ma direttamente al nostro esecutivo.

Secondo, perché si tratterebbe di missioni limitate nel tempo, che partono dalle basi italiane. Ma almeno adesso non c’è più alcun dubbio sul fatto che nel supporto alle operazioni contro l’Isis non ci sia solo la mano delle forze speciali americane, britanniche e francesi. In Libia, a singhiozzo, ci siamo anche noi.

Cosa abbiamo fatto e cosa stiamo facendo in queste ore è scritto nero su bianco nell’informativa inviata al Copasir, su cui il Governo sarebbe pronto ad alzare il livello di segretezza fino ad apporre il sigillo del Segreto di Stato. Fonti della Difesa hanno confermato ufficiosamente il contenuto del documento, che dopo mesi di indiscrezioni e smentite – l’ultima con Matteo Renzi a Repubblica che diceva che “le strutture italiane impegnate nella lotta contro Daesh sono quelle autorizzate dal Parlamento, ai sensi della vigente normativa”, era in realtà un’ammissione della possibilità di applicare il testo della legge approvata a novembre – fa chiarezza sulla presenza delle nostre forze speciali in due teatri di guerra in rapidissima evoluzione.

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