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ACCUSE RECIPROCHE TRA MILITARI, PUSHER E FALSI TESTIMONI: TRE CARABINIERI SOTTO PROCESSO

Una triste vicenda di presunte
menzogne 
su di una modica partita di droga, nella quale
sono coinvolti anche tre carabinieri.

Oggi,
il gup Simona Panzera nel processo in abbreviato ha condannato Giovanni
Stamerra 
48 anni, alla pena di 2 anni e 6 mesi con la continuazione e Alessandro
Donno, 
entrambi di Sannicola, ad 8 mesi. Il pubblico ministero
Maria Rosaria Micucci (l’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto
Antonio De Donno) aveva chiesto 2 anni e 6 mesi per Stamerra e 6
mesi per Donno. 
 
Sempre nella giornata odierna, il gup ha accolto la richiesta del pm di rinvio
a giudizio per tre carabinieri,
 imputati nel procedimento, difesi
dall’avvocato Luigi Suez. Dovranno presentarsi innanzi al giudice Silvia
Saracino della seconda sezione penale il 6 maggio per l’inizio del
processo
.
 
Giovanni Stamerra e Alessandro Donno, difesi rispettivamente dagli avvocati
Angelo Ninni e Rocco Vincenti, avrebbero secondo l’accusa dichiarato il
falso di fronte al pubblico ministero 
in fase d’indagini.
 
I due avrebbero mentito sul ritrovamento di un
piccolo quantitativo di hashish, da una piazzetta del paese,
nei pressi della statua di Padre Pio, che era sta persa da un loro
concittadino.
 
Il solo Stamerra, invece, si sarebbe macchiato dei reati di calunnia
e falsa testimonianza
, nel corso del processo in cui deponeva come
testimone.
 
Durante l’udienza tenutasi presso il tribunale di Gallipoli,egli avrebbe
anzitutto negato il vero; cioè di aver visto transitare, vicino la villa
comunale di Sannicola, nel novembre 2008, una macchina con a bordo tre suoi
concittadini. Invece, affermava il falso, quando diceva di aver visto tre
carabinieri perquisire la piazzetta, senza però che i militari provvedessero al
sequestro di 28 grammi di hascisc e 1 di cocaina.
 

Questa testimonianza portava ad accusare i carabinieri di falso ideologico,
sia nel verbale di sequestro, che in quello di arresto delle tre persone
sopraccitate. I carabinieri coinvolti nella vicenda erano Eliseo Ferraro,
56enne di Taviano, Rocco Monaco  53 anni di Melpignano e Antonio Morciano
48enne di Casarano.

Gli stessi tre carabinieri sono stati però nell’udienza
odierna, a loro volta rinviati a giudizio.Monaco e Morciano
rispondono dell’accusa di “falsità ideologica commessa dal pubblico
ufficiale in atti pubblici” , mentre Ferraro di “falsa
testimonianza” e “false informazioni al pubblico ministero”.
 
Anzitutto, i primi due imputati erano accusati di aver redatto
un falso verbale di perquisizionepersonale e veicolare, a carico di
un uomo di Aradeo. Essi avevano annotato che la persona fermata in macchina era
in possesso di tre grammi di hascisc a seguito di un controllo effettuato il 16
novembre 2008. I due carabinieri avrebbero sostituito il suddetto verbale,
con un altro datato 15 novembre, in cui attestavano di avere provveduto al
sequestro della patente di guida. Questa falsa attestazione risulterebbe anche
dal verbale di “variazione di norma contestata “.
 
Infatti, facendo un passo indietro, Monaco e Morciano erano stati
accusati e come vedremo anche condannati, in un altro
procedimento penale
 di: “violenza privata”,
“calunnia”, “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale
in atti pubblici” e “soppressione, distruzione e occultamento di atti
veri”. Avrebbero costretto Antonio Pisanelli (l’uomo sottoposto a
perquisizione personale e veicolare) ad organizzare un incontro con Andrea
Longo, per l’acquisto di sostanze stupefacenti. Se questi non avesse accettato,
i due carabinieri avrebbero trasmesso il verbale alle autorità competenti e non
gli avrebbero restituito la patente. Successivamente avrebbero
falsamente accusato 
Andrea Longo, 23 anni, Michele Leo, 25 anni,
entrambi di Sannicola e Giuseppe Catalano 24enne di Gallipoli, aver ceduto a
Pisanelli, la sostanza stupefacente. Monaco e Morciano furono condannati dal
giudice Michele Toriello del Tribunale Monocratico di Gallipoli, il 12 novembre
2012, alla pena di 3 anni ciascuno.Durante lo stesso processo Longo, Leo e
Catalano, furono condannati a due anni di reclusione, perché erano stati sì
scoperti con hashish e cocaina a Sannicola ma non c’entravano nulla con l’hashish
trovato addosso al giovane aradeino, Pisanelli.
 
Invece,il terzo carabiniere Eliseo Ferraro, durante il
processo a carico dei suoi due colleghi Monaco e Morciano avrebbe dichiarato
il falso
. Per prima cosa, riferendo al pubblico ministero di essere stato
contattato telefonicamente da essi (in quella giornata del 15 novembre). I
colleghi gli avrebbero detto di aver scoperto addosso a Pisanelli, una modica
quantità di hascisc acquistata da Longo (quest’ultimo, gli era stato segnalato
proprio da Ferraro). 
 
In realtà, il ragazzo di Aradeo venne trovato in possesso di droga, soltanto la
mattina del 16, dunque il giorno dopo.


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