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EX SAS FORMANO IL PRIMO “ISIS HUNTING CLUB”

Sono
tutti ex SAS e hanno deciso di formare la prima unità di volontari al fianco
delle milizie curde.

Siamo
tutti ex militari ed abbiamo ricevuto un particolare Special Forces Training
(SAS). Abbiamo deciso di formare questa unità che accoglierà tutti gli inglesi
che vorranno unirsi alla lotta contro l’Isis. Saremo in Siria tra poche
settimane, ma ci addestriamo da mesi per togliere la ruggine accumulata dopo il
congedo. Abbiamo intenzione di offrire le nostre competenze al popolo del
Kurdistan. Noi siamo il primo Isis Hunting Club
“.
Gli
elementi dell’Isis Hunting Club, indosseranno uniformi simili a quelle
dei militari inglesi, ma non avranno alcun contatto con il governo.
L’unica
cosa certa è che il team che a breve andrà a combattere in Siria,
annovera veterani e tutti hanno ricevuto un “particolare addestramento”. Come
Daniel Hill, 39 anni, ex SAS, nove anni di esperienza sul campo in Bosnia ed in
Kosovo.
Devo
fare la mia parte
 – ha detto
l’uomo ai media inglesi – si stanno compiendo cose terribili e noi
siamo in grado di fermare queste atrocità
.
Il
gruppo ha anche formato un logo, simile a quello della SAS: una spada
con su scritto IVFOR: International Volunteer Force. Sarebbero cento, ad oggi,
gli stranieri occidentali giunti in Siria per combattere contro il gruppo
jihadista, ma i numeri sono in crescita.
Intanto,
proprio poche ore fa, si è avuta notizia della prima vittima inglese. Un ex
Royal Marine è diventato il primo britannico a perdere la vita in Siria nella
lotta contro lo Stato islamico.
Il Taliban Hunting Club
Nel
2010, i reparti speciali inglesi schierati in Afghanistan, crearono un nuovo logo,
quello del “Taliban Hunting Club”.

In
poche settimane, quel distintivo, quella toppa, quella patch, divenne
popolarissima tra tutti i reparti speciali schierati nella Regione. Divenne un
oggetto di culto tra i reparti combattenti.
Nel
2011, però, il governo definì “politicamente scorretto”, per i propri uomini,
indossare sulle loro uniformi questo tipo di distintivi non ufficiali,
ordinandone la rimozione.
Immediata
la replica della SAS: “I badge sono stati realizzati da amici e parenti.
Adesso sono diventati oggetti di culto per persone che non hanno mai combattuto
o per politici che non hanno la minima idea di cosa avvenga qui. Persone che
non hanno la minima idea di cosa debba sopportare un ragazzo di 19 anni in
guerra. Persone che non capiscono quanto un disegno possa alzare il morale.
Siamo in guerra, se non l’avete capito
”.
Poche
settimane dopo, l’invito a rimuovere le patch venne esteso solo alle truppe non
combattenti. I SAS continuarono a portare tutti i simboli che avrebbero
ritenuto opportuno. Anche i Navy Seal ed i berretti verdi americani indossarono
il “Taliban Huntung Club”.
Nessuno
si permise di dire loro di rimuovere il badge.
Franco
Iacch

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