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CUCCHI, SINDACATO SAPPE QUERELA LA SORELLA ILARIA: “ISTIGA ALL’ODIO E AL SOSPETTO”

Un querela contro Ilaria Cucchi che
“istiga all’odio e al sospetto nei confronti dell’intera categoria di soggetti
operanti nell’ambito del comparto sicurezza”.

L’ha depositata a Roma il sindacato di
polizia penitenziaria Sappe nei confronti della sorella di Stefano
Cucchi
, 31enne morto il 22 ottobre 2009 all’ospedale Pertini dopo un
arresto per droga.

“Dopo essersi improvvisata aspirante
deputato
, prendiamo atto che Ilaria Cucchi vorrebbe ora vestire i
panni di pm
 – si legge in una nota della sigla sindacale – magari
consegnando quelli da giudice al suo difensore per confezionare una sentenza
sulla morte del fratello Stefano che più la soddisfi“.
Nel pomeriggio la famiglia Cucchi ha incontrato
a Roma il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone: “Il
procuratore si è impegnato a rivedere tutti gli atti di indagine”, ha detto Ilaria,
sorella di Stefano. 
Sappe: “Illazioni contro
la polizia penitenziaria”

“Bisogna finirla con essere garantisti a intermittenza, rispettando le sentenze
solo quando queste fanno comodo”, afferma Donato Capece, segretario
generale del Sappe. “Bisognerebbe mostrare pubblicamente anche le 250
fotografie
 fatte prima dell’esame autoptico (che
dimostrano che sul corpo di Stefano Cucchi non c’era nulla) e non
sempre e solo quella, terribile, scattata dopo l’autopsia e che
presenta i classici segni del livor mortis. E quali sono le
presunte nuove prove sulla morte del giovane che non sono state portate in
dibattimento”.
Capece, nel sottolineare che il Sappe per scelta
ha avuto fino ad oggi un “profilo basso” sulla vicenda, non accetta “giudizi e
illazioni contro la Polizia Penitenziaria, i cui appartenenti sono stati
assolti due volte dalle gravi accuse formulate nei loro confronti”, trova
pretestuosa anche la proposta di intitolare una strada di Roma a
Stefano Cucchi: “E’ una proposta demagogica e strumentale”.
“L’insieme delle dichiarazioni diffuse da Ilaria
Cucchi – aggiunge Capece, rendendo noto che nei giorni scorsi il Sappe ha
presentato querela contro Ilaria Cucchi – pare, con ogni evidenza, voler istigare
all’odio
 e al sospetto nei confronti dell’intera categoria di soggetti
operanti nell’ambito del comparto sicurezza, con particolare riferimento a chi,
per espressa attribuzione di legge, si occupa della custodia di soggetti in
stato di arresto o detenzione. Questo non lo possiamo accettare. Proprio per questo
abbiamo deciso di adire le vie legali nei confronti della signora Cucchi: a
difesa dell’onore e del decoro della Polizia Penitenziaria”.
Sappe contro Celentano:
“Ignorante, dice stupidaggini”

Il Sappe, poi, punta il dito contro Adriano
Celentano
: “Celentano è tanto ignorante da non sapere che
in Italia non esistono guardie carcerarie ma, soprattutto, che i poliziotti
penitenziari, coinvolti nella vicenda giudiziaria sulla morte di Stefano
Cucchi, sono stati assolti due volte dalle gravi accuse formulate nei
loro confronti. Lo preferiamo come cantante, Celentano: almeno evita di dire stupidaggini“,
ha detto Donato Capece in merito alla lettera scritta dal Molleggiato a Stefano
Cucchi, sul blog, “Il mondo di Adriano”. Celentano, “che ci aveva regalato
un’altra perla del suo garantismo a intermittenza qualche tempo fa, quando
chiese la grazia per Fabrizio Corona”, sappia che, “da sempre, l’impegno del
Sappe è quello di rendere il carcere una ‘casa di vetro’, cioè un luogo
trasparente dove la società civile può e deve vederci chiaro”.

“Giusto per la cronaca – continua Capece – negli
ultimi vent’anni anni, dal 1992 al 2012, abbiamo salvato la vita, in tutta
Italia, ad oltre 17mila detenuti che hanno tentato il suicidio ed ai quasi
119mila che hanno fatto atti di autolesionismo: altro che le gravi accuse e
illazioni di un cantante che evidentemente non ha più nulla da dire”.
Ilaria: “Pignatone si è
impegnato a rivedere l’indagine”

Nel primo pomeriggio Ilaria e i genitori Giovanni e Rita hanno
incontrato nei suoi uffici di piazzale Clodio, a Roma, il
procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, che ieri, nel
ritenere “inaccettabile” una morte come quella del 31enne, ha espresso la
disponibilità, di fronte a fatti nuovi, a riaprire le indagini. “Il
procuratore Pignatone si è impegnato a rivedere tutti gli atti sin
dall’inizio
 –  ha detto Ilaria Cucchi dopo l’incontro con il capo
della Procura durato una decina di minuti – è stato un incontro positivo.
Pignatone si è impegnato a rileggere le carte senza preclusioni. Gli abbiamo
anche mostrato le foto di Stefano e ora dopo cinque anni abbiamo l’impressione
che si possa giungere a chiarire questa vicenda”.

Prima di entrare in Procura, la donna aveva
mostrato una gigantografia che ritrae il fratello morto:
“Questa è l’insufficienza di prove  – aveva detto Ilaria – lo Stato
non ha saputo garantire i diritti di mio fratello da vivo, ed ora non è in
grado di dire chi l’ha ridotto così. Basta guardare questa foto e riflettere”.

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