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COMANDANTE DELLA FORESTALE:”L’ARMA E’ UNA GRANDE OPPORTUNITA’”. MA I FORESTALI NON VOGLIONO DIVENTARE CARABINIERI

“E’
nella necessità di creare una nuova e più efficace  polizia agroambientale
e forestale in grado di contrastare in modo sempre più incisivo le ecomafie e
il crimine ambientale in tutte le sue forme che vanno ricercate le motivazioni
più profonde di tale epocale riforma la quale costituisce la risposta più
valida non solo alle esigenze di razionalizzazione, semplificazione e
risparmio, evidenziate dal Governo nell’ambito di un ben più ampio intervento
riformatore del Comparto Sicurezza e Difesa, ma anche a quella crescente
domanda di sicurezza agroalimentare e di tutela ambientale che proviene dalla società
attuale.

Le problematiche ambientali che assumono ormai una
costante veste transfrontaliera figlie anche dei processi di globalizzazione in
atto, quali ad esempio il traffico illecito di rifiuti, la scomparsa di specie
di flora e di fauna minacciate di estinzione dovuta essenzialmente al loro
commercio illegale o alla distruzione dei loro habitat così come il
riscaldamento globale del pianeta causato dalle emissioni di gas serra, le
aggressioni al paesaggio, il traffico illecito e maltrattamento animale
alimentano il comune bisogno sia a livello nazionale che internazionale della
realizzazione di  strutture e organizzazioni specializzate,  sotto il
profilo della sicurezza ambientale e della salvaguardia delle risorse naturali.
Ritengo pertanto che la nascente struttura Corpo forestale dello Stato – Arma
dei carabinieri altamente specializzata nella sicurezza agroambientale e
forestale rappresenti il primo importante modello di una moderna forza di
polizia ambientale europea, assolutamente innovativa anche sotto il profilo
dell’efficienza dell’efficacia e dell’economicità.

Vorrei rassicurare tutte le realtà sociali e il variegato mondo ambientalista e
animalista, partner storici del Corpo, nonché tutti i Forestali  che il
mio impegno principale sarà quello di fare in modo che i valori e l’identità
professionale vengano conservati nella loro unitarietà all’interno della nuova
struttura. Solo così potremo costruire una nuova realtà che avrà ancora più
forza nella gestione delle aree protette, nella tutela della biodiversità, nel
 monitoraggio ambientale, nella prevenzione e repressione dei reati ambientali,
nell’educazione alla legalità ambientale  e che continui  ad
osservare la cultura della prossimità  in aperto dialogo con la società e
il mondo del volontariato.

Ringrazio il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro Madia, il
Ministro Martina e il Parlamento tutto per l’impegno profuso, nell’ambito del
processo di approvazione del disegno di legge sulla riforma della PA,
nell’individuazione di un percorso strategico di riforma e rafforzamento del
Corpo all’interno dell’Arma dei Carabinieri”.


Così Cesare Patrone Capo del Corpo forestale dello Stato

A
quanto pare i forestali non ci stanno, senza tenere conto della loro storia,
dell’attuale inquadramento giuridico e di tutto ciò che in questi ultimi anni
hanno fatto, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato passeranno, con un
colpo di mano, sotto il controllo dell’Arma dei Carabinieri.
7000 persone, più o meno, che ad oggi sono impiegati civili dello stato saranno
costretti a cambiare il loro status giuridico da civile a militare, dalla
tutela sindacale a quella di cobar e cocer….e forse a utilizzare il termine
tutela qualcuno si sta già facendo una grassa risata.
Prendere uno sparuto gruppo di uomini, inserirli in un contesto completamente
diverso da quello da cui provengono è di fatto una violenza immane, senza
logica e senza senso, se non quella di strane e oscure manovre di cui
probabilmente mai verremo a conoscenza.
Ed i forestali di tornare ai tempi del “SIGNOR SI, SI SIGNORE”  non ci
stanno, chi di voi accetterebbe la “libertà” di uno status giuridico da civile
a quello militare che notoriamente è per definizione maggiormente compresso
rispetto agli altri?
Ed è normale quindi che oggi le rappresentanze sindacali dei forestali tuonino
al solo pensiero di essere spazzate via dopo decenni di battaglie per i diritti
da quella militarità che è tanto positiva quanto deleteria per chi, ormai da
sempre, certe dinamiche militari le ha definitivamente abbandonate.
Peraltro qualche giorno fa ho avuto occasione di leggere un testo, che
purtroppo non ritrovo, che sostiene che la Polizia di Stato, acclamata
all’unanimità come organismo che più naturalmente potrebbe assorbire personale
civile istituendo una nuova specialità tra quelle esistenti, non vorrebbe tra
le sue file il personale proveniente dalla disciolto corpo Forestale.
Mai falsità peggiore poteva essere diffusa visto che, giuridicamente e a
livello di mentalità, la fusione non potrebbe che essere più indolore, senza
particolari scontri, con personale che conosce il diritto al riposo
settimanale, allo straordinario e a tutti quei istituti che se pur lo status
militare prevede non sono sotto lo stretto controllo delle loro rappresentanze
militari.
Peraltro non si capisce come i signori generali dell’arma benemerita possano
pensare di portarsi una serpe in seno, loro che della militarità fanno il primo
vanto e il primo vantaggio, come possono concepire di immettere in ruolo
7000 persone che conoscono a menadito diritti e doveri del datore di lavoro e
che da sempre non si piegano a logiche che le stellette di fatto negano?
Così tanti uomini non possono costituire una sorta di virus che poi alla lunga
andrebbe debellato? Con che mezzi e metodi a discapito di chi e quali
sofferenze?
La politica, su questa richiesta di accorpare i Forestali alla P.S, non faccia
orecchie da mercante a meno che non stia cercando di abituare anche l’Arma dei
Carabinieri a un passaggio epocale che preveda nel medio periodo la
smilitarizzazione  del corpo così da rendere l’immissione di questo
personale civile prodromico e propedeutico a un nuovo ma al momento abbastanza
fantascientifico scenario.
I Forestali hanno il diritto di continuare a lavorare bene nel loro settore, i
Forestali hanno il dovere di preservare il loro status giuridico, i Forestali
non sono militari ed è giusto conservino la loro identità di servitori “civili”
dello stato.

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