Editoriale

CHE SIA LA VOLTA BUONA PER I MARESCIALLI? ECCO LA RISOLUZIONE CHE IMPEGNA IL GOVERNO A SANARE I DISALLINEAMENTI DEL “RIORDINO” DELLE CARRIERE

(di Tesone Luigi) – Importante iniziativa dell’Onorevole Causin Andrea, che in Commissione Difesa ha depositato una risoluzione affinché il Governo si impegni a sanare una volta per tutte i disallineamenti verificatisi in seguito al “riordino” delle carriere ex Decreto Legislativo 196/95 e ss.mm.ii..

Era il 1995 quando il Governo tecnico Dini procedeva a deliberare tale atto, un Governo che viene ricordato, sì per il disastro del mutamento di calcolo della pensione, dal sistema retributivo a quello contributivo, e che riuscì quindi a trasferire “illo tempore” parte del debito pubblico sulle generazioni future, ma non anche per il fatto che gli stessi tecnici ebbero l’ardire di procedere al riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle FF.AA. e delle FF.PP..

Difatti, per il medesimo personale, in seguito a tale sciagurata decisione nulla più è stato uguale.

Infatti, con tale atto normativo, si garantirono privilegi ad alcuni e si deliberò il ridimensionamento del ruolo Marescialli/Ispettori. Oggi, a distanza di ventuno anni, si sta ancora discutendo dell’opportunità di ovviare a tale obbrobriosità, visto che da quel momento i marescialli/ispettori sono divenuti “carne da macello”, e attualmente risulta l’unico ruolo, che come l’alta dirigenza (Colonnelli e Generali), avanza al grado superiore con una valutazione a scelta ed una previsione proporzionale inadeguata rispetto alle esigenze delle Amministrazioni e degli appartenenti al ruolo.

Nelle sole Forze Armate, oltre a quelli delle Forze di Polizia, si contano ad oggi circa 13.500 marescialli, i quali nonostante vantano carriere senza demeriti vivono la contemporanea impossibilità a rivestire i gradi di “Primo Maresciallo”.

Negli anni sono stati presentati in Parlamento diversi disegni di legge, poi sempre arenatisi, nonostante chi li proponeva molto spesso rappresentava la maggioranza parlamentare del momento.

Ad oggi auspichiamo che questo Governo, che ha avuto la sfrontatezza di dar corso alle riforme costituzionali, metta fine con lo stesso passo a tale ormai ancestrale problematica che affligge e mortifica il ruolo.

Va dato atto che l’attuale maggioranza parlamentare ha comunque riportato alla luce ciò che sembrava ormai sepolto e dimenticato, esprimendo in data 20 dicembre 2013 attraverso la Commissione Difesa parere favorevole all’”Atto Governo 33” denominato, “Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di personale militare e civile del Ministero della Difesa, nonché alle misure per la funzionalità della medesima amministrazione, e nello stesso valutava la necessità di dirimere definitivamente la questione.

Purtroppo però nel mese di aprile u.s., nulla di quanto auspicato era stato ancora fatto e nuovamente la Commissione Difesa vistasi investita ad esprimersi relativamente all’ “Atto Governo 277”, segnalava ulteriormente al Governo l’atavica faccenda come ancora irrisolta. In sede di discussione qualche ben pensante considerava la medesima non discutibile in tale contesto, in quanto si sarebbe verificato un“abuso di delega” e consequenzialmente, si considerò di affrontare l’annosa tematica nell’ambito del riordino delle carriere. Ciò nonostante, non è certo sfuggito ai più attenti osservatori, che il medesimo atto non era scevro dal presentare numerosi “abusi di delega”, che però evidentemente non avevano lo stesso peso politico.

In questi giorni negli uffici degli Stati Maggiori ed in Parlamento, è oggetto di discussione il “riordino delle carriere” e incredibilmente la proposta condivisa alla Rappresentanza Militare e ai Sindacati, rappresenta una nuova ed ulteriore mortificazione per il ruolo Marescialli/Ispettori.

Difatti si sta procedendo a dar luogo ad una nuova partita, ma con lo svantaggio iniziale difficilmente recuperabile in sede di discussione. A ciò può confarsi lo slogan di una famosa pubblicità che recita: “Ti piace vincere facile”?

Non si può e non si deve procedere ad alcuna modifica della materia, senza considerare prodromicamente  l’obbligatoria tappa del riallineamento. Ciò perché non si può discutere il richiamato riordino a pro dell’ efficienza ed efficacia delle  Forze Armate e delle Forze di Polizia, senza prima sistemare un problema che già era noto poco dopo l’approvazione della L. 196/95, e che ad oggi vanta ben ventuno anni.

Si spera che con la risoluzione presentata dall’Onorevole Causin Andrea il Governo proceda “celermente” a riconoscere la giusta dignità alle decine di migliaia di marescialli ed alle rispettive famiglie.

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

Atto Camera

Risoluzione in commissione

La IV Commissione,

premesso che:

negli anni si è verificato un sostanziale disallineamento che si è determinato sia nelle le Forze armate che nelle Forze di polizia nella promozione al grado di Primo maresciallo;

il disallineamento si è verificato inoltre nell’avanzamento al grado di luogotenente in seguito alla statuizione del periodo transitorio di permanenza nel grado da Primo maresciallo per l’avanzamento a luogotenente previsto dall’art. 2253 del decreto legge 15 marzo 2010, n.66;

attualmente, nel grado di maresciallo di Prima Classe, con la vigente forma di avanzamento vi sono circa: 8400 unità dell’ Aeronautica, 4200 unità della Marina, 850 unità dell’ Esercito;

il 31 dicembre 2012 è stata approvata la legge n. 244 per il conferimento di una delega al Governo per il complessivo riordino dello strumento militare che prevede significative implicazioni sia sulla dotazione strumentale che su quella organica del personale militare e civile preposto al medesimo settore;

a seguito di tale legge delega sono stati trasmessi al Parlamento gli schemi di decreto legislativo A.G. 32 – recante disposizioni in materia di revisione in senso riduttivo dell’assetto strutturale e organizzativo delle Forze armate –  e A.G. 33 – recante disposizioni in materia di personale militare e civile del Ministero della difesa, nonché misure per la funzionalità della medesima amministrazione – ;

già nel dicembre del 2013, la IV Commissione della Camera dei Deputati, nell’esprimere parere favorevole allo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di personale militare e civile del Ministero della difesa, nonché misure per la funzionalità della medesima amministrazione – A.G. 33 -, aveva previsto nelle osservazioni «una previsione della promozione per i marescialli di prima classe al grado di primo maresciallo», nonché la previsione di «una promozione, ad anzianità, per i primi marescialli con cinque anni di permanenza nel grado nella qualifica di luogotenente» ;

nell’Aprile di quest’anno, la IV Commissione della Camera dei Deputati, nell’esprimere parere favorevole allo schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi 28 gennaio 2014, n. 7 e n. 8 – A.G. 277 -, aveva previsto nelle osservazioni che «il Governo, considerato il disallineamento che si è determinato tra le Forze armate nella promozione al grado di 1° Maresciallo, promuova la definizione di aliquote di avanzamento speciali di Marescialli Capi e gradi corrispondenti con elevata anzianità di grado, per la promozione al grado superiore, a tal fine intervenendo all’atto dell’esercizio delle deleghe relative alla cosiddetta “equiordinazione”»;

le politiche depressive adottate in questi anni hanno prodotto il risultato di diffondere una condizione di pesante malessere, inquietudine ed incertezza sul futuro, in un settore delicatissimo come quello delle Forze armate e di pubblica sicurezza;

la disparità che si è venuta a determinare nel corso di questi anni nei confronti del personale militare che, nonostante vanti sia requisiti professionali che di anzianità, non ha visto riconosciuti i diritti ad esso spettanti sotto il profilo contrattuale, nonché giuridico costituzionale, risulta quanto mai evidente;

impegna il Governo:

  • ad assumere iniziative legislative al fine di definire aliquote di avanzamento speciali di Marescialli Capi e gradi corrispondenti con anzianità di grado di almeno 13 anni, per la promozione al grado superiore;
  • ad assumere iniziative legislative al fine di definire aliquote di avanzamento speciali per i Primi Marescialli e gradi corrispondenti con anzianità di servizio di almeno 27 anni, per la promozione al grado superiore.

Causin

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