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ANONYMOUS SVELA I SEGRETI DELLA MARINA MILITARE ITALIANA

(di Carola Frediani) – Lo avevano annunciato da qualche giorno con un post sul blog OperationGreenRights – e pochi minuti fa con un video pubblicato su YouTube – in cui una riproduzione opportunamente modificata della Monna Lisa con bazooka di Bansky faceva sapere che sarebbe presto arrivato un leak, un rilascio di dati, antimilitarista. Sullo sfondo dell’immagine campeggiavano i nomi di Finmeccanica, Selex, Otomelara, insomma il cuore della nostra industria bellica.

Ora il leak di Anonymous Italy è arrivato sotto forma di molti file postati online e di un lungo comunicato. Si tratta complessivamente di un migliaio di file per circa 260 Mb. “I file riportati coinvolgono molte industrie e la stessa marina militare italiana”, scrivono gli anons sul blog. “La mole di dati è impressionante, perciò ci è stato possibile studiarne solo un piccola parte, quindi ci appelliamo a ogni essere umano perché scarichi tutti i file e legga di persona. Il nostro fine è costringere gli apparati dello stato spesso opachi, inutili, violenti e parassitari alla trasparenza. […] Con questa azione riteniamo inoltre di fornire ad ognuno gli strumenti per esercitare un dissenso antimilitarista più efficace e consapevole”.
Come hanno ottenuto documenti su temi così delicati? Una parte sembrerebbe arrivare, a quanto scrivono gli hacktivisti, “dall’utenza privata di un ammiraglio della marina militare italiana”, che sarebbe stato addirittura “sottoposto a intercettazione” per un anno. Nel leak c’è un archivio separato che contiene solo documenti .doc, .pdf e immagini relativi a sistemi d’arma della marina.
Tra i file messi online, sottolinenano gli anons, molti riguardano il progetto Fremm, cioè le Fregate europee multi-missione, nate da un progetto congiunto tra Francia e Italia – quest’ultima tramite Orizzonte sistemi navali, società di ingegneria navale costituita da Fincantieri e da Finmeccanica. Secondo gli hacktivisti, dalle mail trafugate emergerebbero commenti poco lusinghieri sulla tecnologia complessivamente implementata nel progetto, e in particolare nei confronti del loro radar che non funzionerebbe a dovere.
La notazione, se confermata e corrispondente al vero, non è di poco conto. Le Fremm sono il principale programma militare in ambito navale mai realizzato fra Stati europei e prevedono un impegno finanziario di 11 miliardi di euro,tra Francia e Italia.
Sull’opportunità di sostenere simili spese militari, specie in anni di profonda crisi economica e carenza di risorse pubbliche, si erano espressi lo scorso giugno la senatrice M5S Elisa Bulgarelli e il capogruppo M5S al Senato Nicola Morra, firmatari di una mozione per bloccare le spese folli del bilancio della Difesa”, come aveva dichiarato la Bulgarelli, tirando poi in ballo proprio le Fremm.
Naturalmente la maggioranza delle spese è per il personale, ma ci sono acquisti di armamenti che ci paiono sconsiderati. Non solo i famigerati caccia F35, ma anche molte fregate per la Marina: 10 fregate del programma italo-francese Fremm, per una spesa di 6 miliardi di euro, e altre 12 navi più piccole, per altri 3 miliardi. Il programma Fremm, condiviso con la Francia, presenta anche qualche dubbio: pare che queste navi, identiche, siano costate più all’Italia che al partner transalpino. Come mai?“.
Le Fremm avevano in passato già subito un redesign per andare incontro a nuove esigenze, secondo la versione ufficiale; o per ovviare, secondo alcune indiscrezioni, ad alcuni problemi emersi dai test effettuati con la prima fregata consegnata nel 2012, la Carlo Bergamini. Le voci riguardavano il fatto che la prua della nave fosse troppo bassa, in gergo appruamento, e che quindi sia stato necessario allungare la poppa. Tra l’altro la terza fregata del programma, la Carlo Margottini, è stata consegnata alla marina militare italiana proprio pochi giorni fa, a fine febbraio.
I file messi online da Anonymous contengono anche documentazione tecnica relativa a molti sistemi d’arma, per esempio gli Chaff, un tipo di Ecm, cioè di contromisure elettroniche, usate in genere nella difesa di aerei e elicotteri, per oscurare o ingannare radar e sensori di ricerca e puntamento. O documenti con le prestazioni operative dei radar di scoperta aerea, come l’Empar, cioè il radar multifunzionale attivo 3D Empar (Spy-790), che fa parte del sistema missilistico antiaereo delle Fremm. O ancora documenti sull’armamento di mortai e munizioni della marina militare, sistemi soft-kill, recenti progetti di sviluppo di lanciatori Decoy della Otomelara.
Non è la prima volta che Anonymous Italy (vedi nostro reportage), colpita mesi fa da una inchiesta giudiziaria, prende di mira apparati dello Stato non con dei semplici attacchi DdoS, ma violando server o account mail e trafugando documenti. Era accaduto lo scorso maggio con un’azione contro il ministero dell’Interno, e ancora nell’ottobre 2012 nei confronti della polizia di stato.
Anche questa volta, come ha scritto Anonymous Italy, la quantità di dati prelevati appare corposa, e solo un’analisi prolungata da parte di esperti del settore potrà arrivare a una conclusione sull’effettivo danno materiale causato dagli hacktivisti all’industria militare. Certamente quello d’immagine è già stato compiuto.
In quanto alle spese militari italiane, vale la pena ricordare che si parla, per il 2014, di una stima di almeno 23,6 miliardi di euro, secondo i calcoli non semplici – a causa dello spezzettamento della spesa su più capitoli e ministeri, e di una generale mancanza di trasparenza denunciata più volte da chi chiede da anni un cambio di rotta nella allocazione di risorse sempre più preziose – effettuati dalla Campagna Sbilanciamoci. Il totale supera di quasi 700 milioni il livello del 2012.

wired.it

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