Polizia

AGENTI CHE HANNO UCCISO AMRI NEL MIRINO ISIS: “ADESSO TOCCA A VOI”. GABRIELLI PUNTA IL DITO SULL’UFFICIO RELAZIONI ESTERNE

Le minacce, come ci si aspettava, alla fine sono arrivate. Dopo l’uccisione dell’attentatore di Berlino, Anis Amri, obiettivo dell’Isis ora diventa la Polizia italiana e l’allerta è massima. E’ quanto scrive Chiara Giannini per il Giornale.it

Così tanto che il questore di Roma, Niccolò D’Angelo, è arrivato a diffondere una circolare interna con cui si raccomanda la massima attenzione.

«Viene segnalato – si legge nell’ordinanza di servizio – che su una pagina di un noto social network sarebbero apparse minacce di ritorsione nei confronti delle Forze dell’ordine italiane per l’uccisione dell’autore della strage di Berlino. Ciò premesso, nel richiamare l’ordinanza del 23 dicembre, relativa alla sensibilizzazione all’autotutela da parte delle Forze di Polizia a seguito di fatti di cui in premessa, si ribadisce la necessità di intensificare ulteriormente i dispositivi di prevenzione generale e l’importanza di prestare la massima attenzione al fine di evitare l’eventualità di azioni ritorsive nei confronti di appartenenti alle forze dell’ordine, nonché di adottare ogni misura necessaria per la tutela dell’incolumità personale».

Le minacce sarebbero arrivate sulle pagine fan di Facebook, non create, però, dai diretti interessati, dei due poliziotti che hanno ucciso l’attentatore tunisino. «Ora tocca a voi», avrebbe scritto un musulmano. «State attenti, potreste fare la stessa fine», avrebbe azzardato un altro simpatizzante dell’Isis, secondo fonti vicine al Dipartimento della Pubblica sicurezza. Anche se per adesso si parla di semplici «millantatori».

D’altronde gli episodi di aggressione da parte di musulmani nei confronti degli agenti italiani si sono già verificate. Il giorno della vigilia di Natale, tanto per fare un esempio, un senegalese aveva dato in escandescenze su un autobus a Genova. Due poliziotti erano intervenuti per bloccarlo e lui li aveva aggrediti. «Vi metto una bomba – aveva detto – così sarà un buon Natale. I vostri figli pagheranno tutto. Poliziotti di m…., buon Natale anche a voi. Mica solo i tunisini sanno fare quelle cose». Si trova attualmente in carcere.

I dettami da parte dei vertici delle Forze dell’ordine sono quelli di prestare la massima attenzione, soprattutto nel guardarsi le spalle. Per questo poliziotti e carabinieri sono invitati sempre a girare in coppia. Si vuole evitare soprattutto che qualcuno possa aggredirli e disarmarli, come avvenuto a Milano lo scorso ottobre, quando uno straniero cercò di togliere il fucile a un militare e a un agente di polizia.

E anche i vigili urbani di Roma scendono sul piede di guerra contro la minaccia terrorismo. Il loro sindacato Sulpl chiede al sindaco Virginia Raggi, provocando, «che il personale sia impiegato d’ora in avanti in borghese». Il riferimento va al fatto che gli agenti della municipale saranno posizionati ai 23 varchi della città per bloccare l’ingresso di tir e camion, per Capodanno, senza giubbotti antiproiettile e senza la possibilità di poter sparare a un eventuale attentatore.

Intanto, pare che le polemiche relative alla diffusione dei nomi dei due poliziotti che hanno freddato l’attentatore non si siano ancora placate. Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe ancora adirato per la leggerezza commessa da qualcuno. Il dito sarebbe puntato in particolare sull’ufficio relazioni esterne, che ha emesso la nota. D’altronde era stato lo stesso ministro dell’Interno Marco Minniti a complimentarsi pubblicamente coi due poliziotti eroi, che ora vivono sotto scorta assieme alle loro famiglie.

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